A chistu curaggiu

A chistu curaggiu

Sulla vicenda del costo del servizio scuolabus prendiamo atto della scelta politica dell’ex sindaco di non far pagare nulla agli utenti. Avremmo preferito una differenziazione del ticket sulla base dei redditi per venire incontro alle esigenze delle famiglie meno agiate e allo stesso tempo non incidere sulle casse del Comune. Ha scelto l’investimento nel consenso facile (e oggi prova a passare all’incasso) anziché guardare al futuro e lasciare un Comune in ordine. Perché, restando in tema di “mosche bianche”, è veramente raro trovare un’amministrazione che dopo nove anni di ininterrotto potere non sia riuscita a far uscire il Comune dallo stato di ente strutturalmente deficitario. Non è una astratta formula burocratica, si tratta di uno status giuridico che impedisce nuove assunzioni. Grazie a queste innumerevoli scelte, da noi ormai da tempo definite di campagna elettorale permanente, il Comune di Modica ad esempio non potrà avere dei dirigenti nei settori amministrativi o non potrà ampliare il corpo di polizia municipale ormai in via di estinzione e via così per altri tanti servizi utili ai cittadini ma non di facile o immediato realizzo elettorale. In compenso anche le famiglie benestanti hanno usufruito gratuitamente del servizio di trasporto scolastico mentre quelle disagiate hanno dovuto affrontare il costo del doposcuola visto che grazie a una scelta di questa amministrazione il servizio di doposcuola comunale, essenziale anche per contrastare la dispersione scolastica, è stato demolito. Adesso l’”ex” si propone di esportare a Palermo il modello Modica con una serie di proposte nel cui novero manca solo quella preferita da Cetto La Qualunque. Ci permettiamo di suggerirne una: una legge di finanziamento per i comuni dalle contrade e trazzere più illuminate della Sicilia. Se si regalerà alla Sicilia un fior di amministratore che in tema ambientale ci ha donato l’impianto di Bellamagna, un piano regolatore tutto a zona verde e nessuna iniziativa volta a risolvere in modo strutturale il problema dei rifiuti, il minimo che i siciliani possono fare è di pagarci la luce. Perché, col caro energia di questi tempi e la pubblica illuminazione messa in ogni e dove, il Comune di Modica rischia di andare definitivamente in bancarotta alla prossima bolletta che arriverà a Palazzo San Domenico.